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LUSBEN RINNOVA COMPLETAMENTE M/Y “MASQUENADA”, EXPEDITION YACHT DI 51 METRI DI PIER LUIGI LORO PIANA

Al termine di un importante refit durato solo 9 mesi, Lusben ha varato “Masquenada”, expedition yacht di 51 metri oggi di proprietà di Pier Luigi Loro Piana. Le trasformazioni hanno avuto come principale focus il profilo esterno della barca – ad opera di Nauta Design – adesso radicalmente trasformato ed esteso nel blocco di poppa, il completo rinnovo del decor degli interni e la riverniciatura dell’intera sovrastruttura e di parte dello scafo. 

Nel corso di una cerimonia privata intensa e partecipe, svoltasi ieri a Livorno all’interno del cantiere Lusben, l’expedition yacht di 51 metri M/Y “Masquenada” è stato varato alla presenza del suo nuovo armatore, l’imprenditore della moda e grande appassionato di vela Pier Luigi Loro Piana.  

Il personale Lusben, la crew, gli architetti e designer e lo stesso armatore sono stati coinvolti in un laborioso e intenso refit iniziato a ottobre 2020 che ha avuto come oggetto un rinnovo radicale dello yacht originariamente pensato come una barca da lavoro.  

“L’elemento più importante di questo intero progetto è stato il tempo” ha dichiarato Pier Luigi Loro Piana durante il discorso di ringraziamento in occasione del varo. “Il tempo è il fattore più essenziale per un armatore e sono enormemente soddisfatto della capacità del cantiere Lusben che, insieme a tutti i collaboratori, è riuscito a portare a termine un’incredibile trasformazione nell’arco di pochi mesi. Adesso il progetto per l’immediato futuro è imbarcarmi con la mia famiglia e fare il giro del mondo”.  

La trasformazione principale che “Masquenada” ha affrontato è stata la rimozione ed estensione dell’intero blocco di poppa: oltre all’aggiunta di un transformer che ha duplicato la superficie disponibile della beach area, la lunghezza di Bridge e Upper Deck è stata incrementata di 1,5 metri per ciascun ponte. Un’operazione particolarmente complessa perché in principio mancavano molte informazioni come i disegni tecnici o gli schemi elettrici, ed è stato perciò necessario eseguire una scansione 3D dello yacht ed effettuare nuovamente misurazioni e rilevamenti.  

Sempre sui ponti esterni, un intervento di enorme impatto, che ha richiesto una ridistribuzione degli spazi e dello storage, è stata la rimozione della gru di coperta del Main Deck, residuo della precedente vocazione della barca, e l’installazione di una nuova, più potente gru sottocoperta nel locale lazarette. Questa soluzione, con la gru in posizione di riposo, offre una superficie di ben 200 mq circa di Main Deck completamente libero 

Il décor degli esterni è stato poi completamente trasformato, per adattarsi ai desideri dell’armatore che, in aggiunta a loose furniture personalizzate, ha richiesto di rimuovere la jacuzzi dal Sun Deck e di aggiungere invece una cooking station esterna. 

Mario Pedol, fondatore insieme a Massimo Gino di Nauta Design, ha lavorato insieme al suo team al design degli esterni, e ha così commentato questa sfida: “Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che abbiamo avuto la fortuna di seguire, al fianco dell’armatore, fin dall’inizio. Dal briefing iniziale, alla ricerca sul mercato di uno yacht che potesse soddisfare le sue esigenze, fino alla progettazione accurata di ogni fase di un refit così ricco e complesso. Oggi possiamo dire che portare a conclusione questo progetto in così poco tempo è stata un’operazione incredibile svolta in modo magistrale da Lusben. Il profilo di “Masquenada” è adesso molto più slanciato ed elegante e nel ridisegnare il blocco di estrema poppa siamo riusciti a implementare la sensazione di contatto con l’acqua e la vivibilità di questa zona, adesso trasformata in un pieds dans l’eau”.  

Per gli interni, l’armatore ha scelto di rinnovare la collaborazione con l’architetto Misa Poggi, che dal 2002 lavora con Loro Piana. Ad eccezione dello spostamento della galley in un’altra area dello yacht, e di una modifica chiesta dall’armatore all’interno della Master cabin dove adesso la testiera del letto è appoggiata alla parete di poppa e permette di godere di una vista ininterrotta verso prua, il layout è rimasto invariato mentre arredi, décor ed essenze sono stati modificati in toto, così come cielini e pavimenti.  

Il team di Lusben, che conosceva già l’imbarcazione avendo eseguito su di essa numerosi interventi di refit negli anni passati insieme a fornitori e artigiani locali, ha affrontato in poco tempo anche i lavori di riverniciatura dell’intera sovrastruttura (in tonalità Midnight Grey, scelta dall’armatore) e di parte dello scafo, oltre che di posa del nuovo Teak Burma, le cui doghe sono state lavorate con una tecnica particolare in modo che all’occhio sembri di vedere una lunga e unica doga. Questo elemento, oltre che essere un omaggio al mondo della vela, particolarmente caro all’armatore, contribuisce a sottolineare visivamente l’ampiezza delle aree esterne.  

Grande attenzione è stata rivolta anche alla riduzione delle vibrazioni e della rumorosità: Lusben, Vulkan e lo studio Names hanno collaborato per realizzare nuovi supporti custom per i tre generatori Kohler di ultima generazione, incluso un box insonorizzante doppio per il generatore centrale, mentre thruster e timoneria idraulica sono stati sostituiti da sistemi elettrici. Nuove unità di condizionamento, converter ed eliche contribuiscono ad assicurare standard di navigazione elevati.  

“Senza presunzione, credo sia molto difficile riuscire a trovare un altro cantiere in grado di portare a termine un refit complesso come quello di Masquenada in tempi così ristretti”, ha commentato con orgoglio Alessio CentelliProject Manager di Lusben. “Considerate anche le difficoltà legate alla pandemia e le numerose restrizioni in vigore, siamo riusciti a gestire tante attività, che hanno visto coinvolti diversi team, fornitori esterni, crew e capitano, assicurando sempre un clima di lavoro sicuro e sereno. C’è voluta una buona disponibilità da parte di tutti gli attori coinvolti, un’intensa attività di pianificazione e una grande agilità mentale per riuscire a seguire l’evoluzione, spesso non lineare, delle operazioni, ma alla fine siamo tutti orgogliosi del risultato ottenuto”.